L'alluce valgo è una delle patologie podaliche più frequenti, spesso dolorosa e invalidante, che colpisce prevalentemente il pubblico femminile
L’alluce valgo è una deformazione dell’articolazione metatarso-falangea del primo dito del piede. Si presenta con una deviazione laterale dell’alluce verso le altre dita e con una prominenza ossea interna nota come “cipolla” (bunion). Si tratta di una condizione progressiva che, se trascurata, può compromettere la deambulazione e causare ulteriori problematiche a livello del piede.
È una delle patologie podaliche più frequenti, spesso dolorosa e invalidante, che colpisce prevalentemente il pubblico femminile, ma non esclusivamente. Intervenire in maniera tempestiva con un approccio personalizzato e multidisciplinare può davvero migliorare la qualità della vita di chi ne soffre.
Sintomi e cause dell’alluce valgo
Il disturbo si manifesta inizialmente con una leggera deviazione del dito, che può accompagnarsi a gonfiore, arrossamento e dolore nella zona dell’articolazione. Camminare diventa progressivamente più difficile, soprattutto se si indossano calzature strette. Con il tempo, possono comparire callosità sotto la pianta del piede, deformazioni delle altre dita e alterazioni della postura.
Le cause sono molteplici: una predisposizione genetica, patologie articolari come l’artrite reumatoide, traumi ripetuti, disfunzioni biomeccaniche come il piede piatto o la pronazione eccessiva. Anche l’utilizzo prolungato di scarpe strette o con tacchi alti rappresenta un fattore di rischio importante, soprattutto nelle donne.
Trattamenti conservativi e chirurgici
La prevenzione gioca un ruolo fondamentale. Calzature comode, attività fisica regolare e il mantenimento di un peso corporeo adeguato aiutano a ridurre il rischio di insorgenza o peggioramento. Quando la deformazione è lieve, il trattamento conservativo può essere sufficiente: si ricorre a plantari su misura, tutori notturni, terapie strumentali come Tecar, ultrasuoni o laser, e, nei momenti acuti, anche a farmaci antinfiammatori.
Se però la situazione peggiora e il dolore diventa costante, l’intervento chirurgico diventa l’unica strada percorribile. Oggi esistono tecniche mini-invasive in grado di correggere la deformità riducendo i tempi di recupero. Le osteotomie (Chevron, Scarf, Akin) permettono di riallineare le ossa, mentre nei casi più gravi si ricorre all’artrodesi o alla resezione della prominenza ossea.
Il ruolo della fisioterapia
La fisioterapia è parte integrante sia del percorso conservativo sia della riabilitazione post-operatoria. Prima dell’intervento, aiuta a migliorare la biomeccanica del piede e ad allenare la muscolatura in modo da preparare il corpo a un recupero più efficace. Dopo l’operazione, il lavoro del fisioterapista si concentra sul controllo del dolore e dell’edema, sul recupero della mobilità articolare e sulla rieducazione al carico.
Uno degli aspetti più delicati è il trattamento della cicatrice chirurgica, per evitare aderenze che potrebbero compromettere il movimento o causare dolore. A questo scopo, si utilizzano tecniche manuali specifiche e mobilizzazioni tissutali profonde. A tutto questo si affianca un programma di esercizi personalizzati: mobilizzazione attiva dell’alluce, rinforzo della muscolatura plantare, esercizi propriocettivi per ristabilire l’equilibrio e stretching mirato per migliorare l’elasticità.
Le terapie strumentali sono un valido supporto: la tecar migliora il metabolismo cellulare, il laser allevia il dolore e stimola la rigenerazione dei tessuti, gli ultrasuoni favoriscono il riassorbimento dell’edema e la crioterapia si rivela utile nelle fasi iniziali per ridurre gonfiore e infiammazione.
Intervenire per tempo fa la differenza
L’alluce valgo non è solo un inestetismo: è una condizione biomeccanica complessa che può compromettere il benessere globale della persona. Per questo è importante rivolgersi a professionisti esperti che sappiano intervenire in modo precoce e mirato, evitando complicazioni e migliorando sensibilmente la qualità della vita.
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